L’Iran vuole punire Israele

L’Iran minaccia ritorsioni contro Israele: Hezbollah e Teheran giurano di rispondere agli attacchi di Israele e non rimanere in silenzio.

Dopo i recenti attacchi a Beirut e Kerman, le crescenti tensioni in Medio Oriente hanno messo Israele sull’attenti. Ed Hezbollah e Teheran emettono forti avvertimenti di rappresaglia. Il leader di Hezbollah, Hasan Nasrallah, si è rivolto alla folla, giurando una risposta all’assassinio di Arouri, numero due di Hamas. La morte di Arouri sembra che sia attribuita a un attacco di un drone israeliano alla periferia di Beirut.

Iran è contro Israele
L’Iran promette di rispondere alle azioni di Israele – ph. Ansafoto – Rationalinternational.net

 

Il presidente iraniano Ebrahim Raisi, parlando al funerale delle vittime di un duplice attentato suicida a Kerman, ha incolpato gli USA e Israele per la creazione del Califfato. Ha inoltre affermato che l’operazione Diluvio di Al Aqsa (come chiamato da Hamas) avrebbe portato alla “fine del regime sionista”. L’assassinio di Arouri è visto come parte del conflitto in corso a Gaza. E sembra che Israele miri sempre più ai vertici di Hamas a livello globale, mantenendo nel contempo un’offensiva terrestre meno intensa nel sud di Gaza. Colpire su suolo libanese, tuttavia, ha scatenato una risposta prevedibile da parte di Hezbollah, storico alleato dell’Iran, intensificando gli attacchi lungo il confine.

La risposta dell’Iran

Nasrallah, alzando i toni rispetto al suo discorso relativamente misurato pochi giorni prima, ha dichiarato che il suo movimento “risponderà sul campo di battaglia” all’uccisione di Arouri. Ha avvertito che se Israele avrà successo a Gaza, il Libano meridionale sarà il prossimo. Inoltre, Nasrallah ha presentato questa come un'”opportunità storica” per liberare terre occupate, facendo riferimento alle contestate Fattorie di Shebaa situate sulla cima delle alture del Golan.

Iran pronto a combattere contro Israele
Nasrallah ha dichiarato che risponderà a Israele combattendo. – ph. Ansafoto – Rationalinternaitonal.net

Le accese dichiarazioni di Teheran e Hezbollah non garantiscono necessariamente una escalation militare, date le sfide interne, in particolare quelle economiche. Tuttavia, gli USA stanno attivamente lavorando per spegnere la situazione. Il segretario di Stato Antony Blinken è in missione diplomatica, visitando Turchia, Grecia, Giordania, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Israele, Cisgiordania ed Egitto. L’agenda include discussioni sull’aumento degli aiuti umanitari a Gaza, la riflessione sul futuro governo della Striscia e l’affrontare la possibile ricollocazione dei gazawi sfollati.

Nel contesto delle agitazioni sciite, gli Stati Uniti monitorano attentamente la situazione. Oltre alla minaccia degli Houthi alle navi occidentali nel Mar Rosso, le milizie sostenute dall’Iran in Iraq, come la Resistenza Islamica, hanno rivendicato un attacco con drone su una base del Kurdistan che ospita truppe statunitensi. Blinken mira a coinvolgere i partner regionali per evitare che il conflitto si estenda oltre i confini di Gaza.

Mentre le dichiarazioni provocatorie da parte di Teheran e Hezbollah non segnalano necessariamente un’imminente escalation militare, la situazione rimane tesa. Gli Stati Uniti stanno adottando misure proattive per navigare le complessità della regione e prevenire ulteriori destabilizzazioni. Tutti gli occhi sono attentamente rivolti al Medio Oriente, mentre lo spettro della rappresaglia pende in bilico, minacciando di far precipitare la regione in un caos più profondo.

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