Putin, altri 5 anni di guerra

Un sentenza pronunciata dal leader russo durante l’incontro, tenutosi a Mosca, con il Presidente cinese Xi Jinping.

Le potenze occidentali vaneggiano sul ridimensionamento delle tensioni russo-ucraine. Nelle ultime settimane tra i vertici europei si vociferava che il leader russo fosse ben disposto a partorire un papabile accordo di pace, testo che – verosimilmente – avrebbe contemplato l’annessione dei territori occupati dai russi alla Federazione e la definitiva ammissione dell’Ucraina alla Nato. Un’ipotesi, questa, sfumata in pochi istanti. La Nikkei Asian Review ha sostenuto che Putin abbia spiegato al leader cinese – Xi Jinping – che il conflitto si prolungherà per altri cinque anni: posizione sostenuta da fonti diplomatiche anonime.

Putin in guerra
Vladimir Putin comunica il prolungamento del conflitto di altri cinque anni – foto: ansa – rationalinternational.net

Tali dichiarazioni, espresse durante l’ultimo incontro Cina-Russia tenutosi a Mosca, nascerebbe dalla volontà del leader russo di mantenere saldi i rapporti con l’alleato, aggiornandolo periodicamente sui suoi movimenti politici e geopolitici. A maggior ragione in seguito al primo missile lanciato in terra ucraina, avvenuto dopo l’apertura delle Olimpiadi invernali di Pechino del 2022, quando Xi Jinping non venne coinvolto nei piani di Putin e tenuto all’oscuro. Che sia un bluff o meno, la frase pronunciata dal leader russo contiene in sé concetti impliciti e in egual maniera importanti.

Poche parole che dicono tutto

La Russia combatterà per almeno altri cinque anni: una sentenza che diviene il simbolo della linea politica e geopolitica pianificata da Vladimir Putin. In primo luogo, tale concetto conferma nuovamente la scissione che separa le potenze occidentali dal gigante russo. I diplomatici, di fatto, hanno vissuto nella sciocca convinzione di poter ricoprire il ruolo di mediatori nel conflitto russo-ucraino. Di tutta risposta Putin, beffardamente, avrebbe prima convinto i leader del suo rinnovato temperamento docile, manifestando la fasulla volontà di accettare le condizioni di pace da loro proposte, per poi correre dall’alleato orientale e smentire tale posizione. Uno scacco matto che sta costando ad Usa e Ue la credibilità.

Xi Jinping e Putin
Poche parole che dicono tutto – foto: ansa – rationalinternational.net

In secondo luogo, il messaggio velato contenuto nelle dichiarazioni espresse a Xi Jinping, implicano la rielezione di Putin a Presidente della Federazione Russa. Un epilogo che è sicuramente prevedibile, ma diviene tragicamente spiacevole se pensiamo che – almeno in via teorica – la Russia dovrebbe essere una Repubblica semipresidenziale nella quale il leader viene eletto democraticamente dal popolo. Un protagonista che tuttavia non possiede nessuna alternativa a Vladimir Putin.

Ed ecco che quest’ultimo dimostra nuovamente di essere un passo avanti a tutti, capace di intessere tele indistricabili e oggettivamente fuori dalla portata delle potenze occidentali. Per concludere, esiste poi la non troppo remota possibilità che il prolungamento del conflitto russo-ucraino stuzzichi la fantasia di Xi Jinping. Egli di fatto sogna di riunire Taiwan con la Cina Occidentale, obiettivo prefissato per il suo terzo mandato come Presidente e segretario del Partito Comunista cinese e sostenuto con entusiasmo dallo stesso leader russo.

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