Ucraini esausti. Kiev cerca aiuto

Nel mese di febbraio l’Ucraina “festeggerà” il secondo anniversario dal lancio del primo missile russo. La pace è ancora lontana

Il pacchetto di aiuti da 60 miliari di dollari, destinato alla tasche ucraine, è stato negato da un’iniziativa tempestiva dei deputati repubblicani. Quanto accaduto prospetta un futuro non troppo florido per la nazione in guerra. La vittoria di Donald Trump potrebbe contemplare la sconfitta definitiva dell’Ucraina. Egli di fatto non ha mai nascosto la profonda simpatia per il leader russo, pensiero rafforzato nelle ultime ore quando il candidato ha ribadito come la paura americana nei confronti dell’eterno rivale geopolitico risulti fondamentalmente datata e priva di senso. Laddove Zelensky dovesse perdere l’appoggio degli Stati Uniti, sarebbe la fine.

Zelensly cerca alleati
Kiev ha bisogno di aiuto – foto: ansa – rationalinternational.net

In pochi credono ancora nella causa: “Se il mondo si stanca di aiutarci, ci lascerà semplicemente morire” – le parole accorate di Olena Zelensky, first lady ucraina. Nondimeno l’esercito inizia a manifestare i primi segni di cedimento. Nei mesi estivi le forze armate ucraine hanno tentato di isolare il gigante russo colpendo il ponte di Kerch, il quale collega il paese alla Crimea. Laddove tale strategia avesse avuto successo, la Russia sarebbe stata privata di cibo ed elettricità. Fattore, questo, che avrebbe aperto ufficialmente la porta ai negoziati. Tuttavia, la controffensiva non raggiunse gli esiti sperati. L’esercito ucraino è costretto nelle trincee da allora.

La Russia sta vincendo

La guerra in Ucraina rientra nei progetti esposti da Vladimir Putin in occasione delle prossime elezioni presidenziali. L’obiettivo del Cremlino risiede nella conquista di Avdiivka e Kupiansk, nel Donetsk. “L’esercito si sta preparando” – risponde il Ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov – “nel 2024 costringeremo i russi a lasciare la Crimea per sempre”. Um obiettivo che ormai appare come una mera utopia. Le forze armate ucraine rimangono vincolate alle trincee, in posizione di difesa, mentre i soldati nemici avanzano inesorabilmente sul territorio. Nel frattempo un dettaglio lascia presagire il peggio.

Putin negli Emirati Arabi
Putin abbandona il nido e vola negli Emirati Arabi – foto: ansa – rationalinternational.net

Vladimir Putin non ha mai abbandonato i confini russi, sopraffatto dalla paura di essere assassinato. Le uniche potenze che hanno avuto il piacere di accoglierlo si riassumono in Iran e Cina, dittature amiche della Russia. Eppure, nelle ultime settimane lo scettico leader si è recato negli Emirati Arabi e in Arabia Saudita. Tale decisione ha contemplato inevitabilmente lo sviluppo di ipotesi riguardo una potenziale intesa silenziosa, consumata alle spalle del Premier ucraino. “Potrebbe essere stati chiesto ai sauditi di sondarlo?” – riflette l’analista Daniele Hannah – “Come possibile preludio dei colloqui di pace?”. Fatto sta che l’Occidente sta abbandonando progressivamente il suo alleato e questo potrebbe contemplare un’inaspettata vicinanza al leader russo.

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