Le sanzioni a Putin sono inutili

Le sanzioni ai danni della Federazione Russa avrebbero dovuto debilitare il paese. Tuttavia, a posteriori, si sono rivelate inutili.

“Le sanzioni sono forti quanto la coalizioni di Paesi che la impone” – ha spiegato Alex Isakov, responsabile delle analisi sulla Russia per Bloomberg Economist – “Erano più efficaci ai tempi della competizione bipolare tra Urss e Usa, ma oggi hanno perso mordente”. Effettivamente, negli ultimi due anni, il blocco economico imposto da Usa e Ue non ha certo sortito l’effetto sperato. Al contrario, la Federazione Russa appare finanziariamente più forte che mai. Stando alla testimonianza di una residente, “nei supermercati non manca niente” e sono persino aumentati gli stipendi. Schizzano alle stelle le buste paga dei comuni lavoratori, in quanto obbligati sopperire alla mancanza di manodopera derivata dal numero sempre crescente di unità destinate al fronte.

Nessuno riesce a fermare Putin
Putin non ha bisogno dell’Ue – foto: ansa – rationalinternational.net

Come un progetto edilizio, ad esempio, offre lavoro agli operai, così il conflitto funge da primo motore dell’economia di guerra. Il Fondo monetario internazionale ha registrato un ulteriore crescita del Pil, il quale dovrebbe incrementarsi del 2,6%. La guerra produce inevitabilmente un effetto domino di domanda e offerta che nutre infine l’economia. Benché molti canali di informazione diano Putin per spacciato – associando la richiesta di collaborazione agli alleati orientali come un’ammissione di difficoltà – Alexandra Propopenko, economista ed ex funzionaria della Banca di Russia, ha spiegato come, in realtà, la Federazione Russa goda delle finanze necessarie per prolungare la durata del conflitto fino al 2025.

Le sanzioni non sono servite

Cina, Turchia, India e persino alcuni dei Paesi europei acquistano tutt’oggi gas e petrolio dalla Russia. Gli introiti vengono così convogliati nelle spese e forze militari. “L’economia si espanderà di circa l’1,5% su base annua” – prevede Isakov. La staticità della guerra e il progressivo allentamento delle tensioni provocherà un rallentamento della crescita economica della Federazione. Un dato, questo, che deriva soprattutto dalla stabilizzazione delle spese federali e dall’aumento del tasso ufficiale da parte della Banca di Russia. Quest’ultimo ha subìto un incremento del 16%, quando all’inizio dell’anno corrispondeva al 7,5%.

Le sanzioni inutili
Le sanzioni non sono servite a nulla – foto: ansa – rationalinternational.net

“Microeconomia della morte” – così l’analista Vladislav Inozemtsev ha descritto la strategia economico-finanziaria adottata dal Cremlino. Gli investimenti, i quali durante il periodo pre-bellico sopraggiungevano dall’Occidente, sono stati sopperiti dalla ricerca incessante di artiglieria, carri armati ed unità militari. Quanto accade oltre i nostri confini, a Mosca, dimostra – purtroppo – come la guerra frutti molto più della pace. Vladimir Putin ha costruito su questo il segreto del suo successo.

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