Zelensky, un aiuto in extremis

Il leader ungherese fa un passo indietro: Volodymyr Zelensky, almeno per il momento, può tirare un respiro di sollievo.

“Abbiamo un accordo. Unità” – esulta il Presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel. Ciò che si prospettava come un lungo ed estenuante dibattito, si è infine consumato in poco più di un’ora. Viktor Orbàn ha rinunciato al veto imposto all’Ue, il quale bloccava l’invio del pacchetto di aiuti in Ucraina. Egli, di fatto, si mostrò profondamente reticente in merito al sostegno di Volodymyr Zelensky, una scelta che divenne, in fondo, un “ricatto informale” ai danni degli alleati. Il Premier ungherese chiarì categoricamente come tale veto sarebbe rimasto fino a quando la Commissione non avesse soddisfatto le sue richieste, ovverosia la revisione annuale della spesa con voto all’unanimità e l’estensione fino al 2028 del Recovery Fund, la cui conclusione è attualmente prevista per il 2026.

Successo per Zelensky
Zelensky tira un respiro di sollievo – foto: ansa – rationalinternational.net

I ventisei Stati membri si sono detti contrari ad assecondare l’imposizione ingiustificata di Viktor Orbàn. Le richieste del leader avrebbero implicato degli effetti collaterali non indifferenti: prima di tutto, in merito alla revisione annuale, ciò avrebbe contemplato il rischio concreto che il diretto interessato giocasse nuovamente la carta del veto; in seconda battuta, l’estensione del Recovery Fund consentirebbe l’accesso di Orbàn ai fondi che vennero congelati in seguito alla violazione, da parte dell’Ungheria, dello stato di diritto. Nel mese di dicembre la Commissione Europea aveva sbloccato 10,2 miliardi, mentre i restanti 21 miliardi risultano tutt’oggi nelle casse di Bruxelles e non verranno scongelati fino al termine della disputa.

Orbàn rinuncia al veto

La resilienza della Commissione Europea, i cui membri si sono rifiutati di assecondare le richieste di Viktor Orbàn, hanno convinto il leader ungherese a fare un passo indietro. Lo sblocco dei fondi destinati all’Ucraina permette finalmente l’approvazione del Quadro finanziario pluriennale (Qfp). Nel bilancio dell’Unione Europea saranno dunque inseriti 50 miliardi di euro, di cui 17 miliardi verranno donati, mentre 33 miliardi dati in prestito alla nazione presieduta da Volodymyr Zelensky.

Orbàn rinuncia al veto
Orbàn fa un passo indietro – foto: ansa – rationalinternational.net

Dal lancio della prima bomba, il paese colpito ha ricevuto 73,6 miliardi di euro, destinati prevalentemente al Ministero della Difesa e di conseguenza all’esercito. Un solo giorno di guerra costa circa 136 milioni di dollari. Il pacchetto da 50 miliardi consentirà all’Ucraina di tirare un respiro di sollievo. Zelensky abbandona finalmente il limbo di incertezza dentro al quale l’Occidente l’aveva oggettivamente imprigionato nelle ultime settimane. La decisione dei deputati repubblicani del Congresso degli Stati Uniti di bloccare il pacchetto di aiuti, aveva costretto il leader ucraino a rivolgersi – nuovamente e disperatamente – all’Unione Europea. Il veto di Viktor Orbàn avrebbe potuto sancire la disfatta della nazione, con la conseguente vittoria di Vladimir Putin.

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