Biden si sta mettendo nei guai

Il dubbio amletico che affligge il democratico Joe Biden: attaccare la Resistenza Islamica o non attaccare? Questo è il dilemma.

La sensazione è che Joe Biden stia camminando su un terreno minato. In meno di due mesi il Presidente ha trascinato gli Stati Uniti in tre guerre, due se vogliamo considerare il contrasto degli Houthi una conseguenza dell’estensione del conflitto israelo-palestinese. I repubblicani – oltre a colpire il leader nel vivo, richiamando l’attenzione sul fallimento delle politiche interne da lui adottate – sottolineano nell’imperversare della guerra un fallimento delle capacità gestionali del democratico. In questo risiede la ragione dell’apparentemente docile reazione di fronte alla morte dei tre soldati americani, colpiti da un attacco della Resistenza Islamica in Giordania.

Biden si sta mettendo nei guai
Biden cammina su un terreno minato – foto: ansa – rationalinternational.net

Il movimento estremista agisce prevalentemente in Siria, Giordania per l’appunto ed infine Iraq. Nonostante i suoi miliziani risultino finanziati dall’Iran, Teheran ha sostenuto la sua estraneità ai fatti. Aprire dunque un ulteriore fronte nelle zone citate potrebbe compromettere i rapporti, già fragili, tra Washington e le principali potenze mediorientali. Tra gli scenari verosimili, è possibile che il Presidente propenda per la pianificazione di interventi mirati ai danni degli esponenti della Resistenza Islamica. Egli può contare su circa 900 soldati stanziati in Siria e 4.000 in Giordania. La Casa Bianca avrebbe inoltre intimato il “rivale” a ritirare i pasdaran dalle aree citate, in modo che non vengano coinvolti nelle operazioni di contrasto attuate dalle forze speciali statunitensi.

Biden e Teheran, nervi tesi

La questione mediorientale si presenta come una complessa partita a scacchi, nella quale ogni mossa impulsiva ed errata potrebbe contemplare l’immancabile scacco matto. Di fronte alla reticenza di Joe Biden, i repubblicani hanno colto nuovamente l’occasione per incalzarlo. “L’unica risposta a questi attacchi deve essere una devastante ritorsione militare contro le forze terroristiche iraniane” – tuona il senatore Tom Cotton“In caso contrario, si confermerà che Joe Biden è un codardo.

Raisi mette le mani avanti
Ebrahim Raisi non attaccherà per primo – foto: ansa – rationalinternational.net

E mentre la Giordania aveva mostrato quasi timore a comunicare la morte dei tre soldati, angosciata dalla possibilità di una ritorsione, Teheran ha passato la palla al Presidente statunitense. Ebrahim Raisi, Presidente della Repubblica Islamica dell’Iran, ha spiegato di non aver intenzione di attaccare per primo le truppe statunitensi, a meno che queste ultime non colpiscano gli esponenti iraniani. Joe Biden ha quindi risposto assertivo che gli Stati Uniti agiranno “nei tempi e nei modi che sceglieremo”. L’obiettivo della Resistenza Islamica è ad ogni modo evidente: aprire diversi fronti minori per disperdere l’esercito statunitense nel territorio mediorientale. In mancanza di un fronte combatto, il colosso atlantico potrebbe uscirne pericolosamente debilitato.

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