Il Mar Rosso vendica i morti di Gaza

Quando si parla dei valori dell’Occidente, è inutile pensare a Kant e all’illuminismo. I simboli migliori sono gli indici di Borsa e le bombe

La vita degli abitanti di Gaza? La sicurezza dei cittadini dello Yemen? Ma no. Quel che interessa all’Occidente, che con le proprie istituzioni è rigorosamente concentrato nella difesa dei propri interessi economici, è che i container passino con frequenza soddisfacente per lo stretto di Bab al-Mandab. Sulla carta geografica si trova allo sbocco del Mar Rosso, tra lo Yemen sulla sponda orientale ed Eritrea e Gibuti su quella occidentale.

Il Mar Rosso vendica i morti di Gaza
Yemeniti bruciano in piazza le bandiere di Israele e Stati Uniti – rationalinternational.net Ansafoto

I guerriglieri Houthi, sciiti come gli iraniani, da qualche settimana hanno colpito con droni e missili le grandi navi mercantili occidentali, dunque dei Paesi alleati di Israele. Ci sono stati anche assalti di guerrieri armati a bordo di barche. Sono tutte azioni che gli Houthi, nati e consolidatisi negli anni ’90, compiono per vendicare i bombardamenti israeliani su Gaza e il continuo sterminio dei civili.

La guerra è ammessa, purché non disturbi gli affari

L’Occidente, non potendo sopportare il calo dei traffici del 90% nella prima settimana di gennaio, è subito intervenuto con le forze armate. E oltre a Stati Uniti e Regno Unito, con il supporto di Canada e Paesi Bassi hanno dato aiuto anche l’Australia e il Bahrein. La coalizione a difesa dei vantaggi economici ha colpito una decina di siti usati dagli Houthi nello Yemen. Navi da guerra e aerei da combattimento hanno lanciato missili Tomahawk contro i sistemi radar, le difese aeree e i siti di stoccaggio e lancio di droni e missili degli Houthi.

Il Mar Rosso vendica i morti di Gaza
Un razzo yemenita usato nel corso di esercitazioni militari – rationalinternational.net Ansafoto
Gli effetti sono stati inevitabili, sicché gli stessi abitanti di al-Hudayda, città portuale controllata dagli Houthi, hanno segnalato cinque forti esplosioni. Per la prima volta, quindi, gli Stati Uniti sono entrati militarmente nel conflitto fra Israele e Hamas, che sta scatenando gravi effetti anche sugli Stati vicini. Gli Houthi hanno ricevuto un ultimatum da Washington e da altri alleati, perché ponessero fine alle aggressioni delle navi mercantili. E ora se la vedono con i Tomahawk, dopo aver ridotto a brandelli lo Stato yemenita e costretto l’Occidente a riscoprire le rotte medievali di circumnavigazione dell’Africa, dovendo ricominciare, con elevati costi, a doppiare il Capo di Buona Speranza. 

Respinti per qualche settimana nel Medioevo

E’ bastata un’organizzazione di guerriglieri per mettere in ginocchio l’Occidente, in poche settimane, e obbligare Stati Uniti e Regno Unito a usare le armi. Israele ha il diritto di difendersi bombardando la Striscia di Gaza, ancora, dopo 23mila morti, e l’Occidente ha il diritto di solcare le acque del canale di Suez, del Mar Rosso e del Golfo di Aden. Lo Stretto di Bab al-Mandam ha però preso storicamente il nome di Porta delle Lacrime, per le insidie nascoste in quel passaggio di 29 chilometri.
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Lo Yemen piange in un funerale i suoi caduti – rationalinternational.net Ansafoto
Di lì passano i carichi di petrolio greggio che dal Golfo viaggiano verso il Mediterraneo attraverso il Canale di Suez o l’oleodotto sulla costa egiziana del Mar Rosso. Contando poi i transiti di merci dirette in Asia, compreso il petrolio russo, il totale parla di 7,8 milioni di barili al giorno di greggio e carburante. In tutto, fa l’11% del traffico mercantile del mondo, che significa 19mila navi all’anno, ovvero 52 al giorno. Tutte solcano lo Stretto di Bab al-Mandam sotto gli occhi degli yemeniti, che nulla ne guadagnano, senza poter imporre balzelli, senza una dogana, senza uno straccio di diritto di servitù, che invece farebbe valere anche il più piccolo Comune italiano. 

Una Repubblica diventata terra di conquista

Un territorio, lo Yemen con le sue coste, ridotto alla marginalità, null’altro che sponda, infrastruttura, terraferma che non deve interessarsi dell’immensa ricchezza che naviga a poche miglia dalla riva. E gli abitanti? Solo spettatori appollaiati sulle isole dei loro arcipelaghi. E dire che lo Yemen è uno dei più antichi centri di civilizzazione del mondo e di potenti regni. In era antica, la ricchezza era yemenita, grazie appunto al commercio. Tanto che l’imperatore romano Augusto tentò, senza riuscirci, di conquistare il florido regno che sorgeva sull’estremo lembo meridionale della penisola arabica. 
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Esercitazioni militari yemenite con la bandiera Usa sotto i piedi – rationalinternational.net Ansafoto
C’è anche un altro motivo per cui gli yemeniti provano inimicizia verso gli Stati Uniti e il Regno Unito, oltre ad altri Stati fra cui l’Italia. Dipende dagli aiuti militari ricevuti dall’Arabia Saudita, che nell’ultimo decennio ha fatto ricorso alle armi per mettere in ginocchio la Repubblica dello Yemen. Repubblica ormai frammentata e divisa. Che sabato 14 gennaio ha celebrato i funerali per i soldati morti durante gli attacchi anglo-americani.
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