Tunnel e bunker, l’idea fu di Israele

Dalle sorprendenti rivelazioni delle ultime settimane, Israele sembra impegnato in una terribile guerra contro le scelte compiute nel passato

Non solo Hamas è stato aiutato e sovvenzionato da Israele nelle fasi iniziali, negli anni Ottanta. Persino il presunto bunker del quartier generale sotto l’ospedale Al Shifa, gli stessi tunnel sono israeliani. Lo ha rivelato l’ex premier Ehud Barak alla Cnn. In altre parole, Hamas non avrebbe affatto inventato una diabolica architettura sanitaria finalizzata alla strumentalizzazione degli scudi umani. Non è vero dunque che i terroristi si sono nascosti sotto l’ospedale per tutelarsi, perché nemmeno in guerra vanno bombardati i luoghi di cura.

Tunnel e bunker, l'idea fu di Israele
L’ex premier israeliano Ehud Barak ha spiazzato tutti – rationalinternational.net Ansafoto

Anzi, non hanno fatto altro che utilizzare l’esistente, senza applicare strategie perverse. Per la verità, che un ospedale disponga di aree d’emergenza tenute sgombre è frequente. E’ sufficiente visitare le strutture sanitarie della propria città, senza comunque eccedere nei paragoni. Infatti Al Shifa, situato com’è in una città dalla densità abitativa eccezionalmente elevata, è troppo piccolo rispetto alle esigenze. Ulteriormente accresciute dalla guerra in corso. Pure i tunnel sotterranei, oltretutto, sono made in Israel.

Non è un bunker di terroristi, ma una zona ospedaliera

Ehud Barak ha fatto questa rivelazione, che ha spiazzato molti commentatori, perché Tel Aviv ha giustificato il bombardamento dell’ospedale definendone i sotterranei come covo di Hamas, vero e proprio quartier generale. Sarebbe così un obiettivo bellico e non civile. L’ex premier ha rafforzato i dubbi, o meglio ha confermato che quegli spazi sotterranei sono dell’ospedale. Il che significa che Tel Aviv ha deciso di colpire proprio un ospedale. Se è un dato di fatto, occorrono spiegazioni.

Tunnel e bunker, l'idea fu di Israele
Bombe sull’ospedale Al Shifa di Gaza. I feriti passano in barella tra la folla – rationalinternational.net Ansafoto

La propaganda filo-israeliana ha bisogno appunto di argomentazioni chiare e sicure. Sono in gioco potenze storiche come l’antisemitismo e il terrorismo di matrice islamica, e si parla di uno Stato, Israele, circondato da Stati per nulla amici, così come della repressione e della violenza subita dal popolo palestinese, costretto a vivere in un enorme campo di concentramento.

ll seme dell’odio si annida in ogni parola

Le reazioni sono state molteplici, come tipico nelle questioni mediorientali, nelle quali la storia fa sentire sul presente tutta la forza di un rancore esacerbato, avvelenato e coltivato per anni con tecniche raffinate di incitamento all’odio. S’è reso opportuno un fact checking, perciò l’Economist ha provveduto con solerzia. Ebbene, Barak ha detto la verità, come risulta da molteplici fonti di quegli anni.

Tunnel e bunker, l'idea fu di Israele
Continuano le proteste dei familiari per ottenere la liberazione degli ostaggi – rationalinternational.net Ansafoto

E’ un seminterrato ospedaliero come tanti se ne trovano ed è di pretta marca israeliana, per quanto lo si chiami pittorescamente bunker, quando non è nemmeno certo che quello sia il quartier generale dei terroristi. E dire che l’esercito ebraico si era premurato di fornire dovizia di prove, mostrando armi nascoste, opuscoli, arresti e tutto quanto aiutasse a giustificare missili e bombe. In una prima fase, era stato affermato che l’esplosione era stata causata proprio dai terroristi, per mettere in cattiva luce lo Stato ebraico.

Quali sono i limiti di questa guerra, se ci sono?

La rivelazione ha dato un colpo di barra al dibattito mediatico sul massacro dell’ospedale, e ha fatto pensare. Il diritto internazionale prevede che si distingua accuratamente fra obiettivi civili, da tutelare, e bellici, contro i quali invece è inevitabile scatenare il potere distruttivo delle armi. Una differenza che non si riesce più ad apprezzare. La guerra israelo-palestinese è iniziata il 7 ottobre con un furioso attacco terroristico contro i civili e di nuovo prosegue spargendo il sangue di molti civili, che a loro volta nessun atto aggressivo hanno mai commesso, trattandosi spesso di bambini. Lo stesso Parlamento di Gaza, obiettivo palesemente civile, è stato ostentatamente occupato dai militari di Tel Aviv.

I dubbi sulla sensatezza dei bombardamenti sull’ospedale principale della Striscia di Gaza riguardano, inoltre, la presenza degli ostaggi. Si teme che si trovino proprio sotto il nosocomio, o nelle vicinanze. E’ imminente, dagli annunci del premier Netanyahu, il rilascio di 50 dei 240 ostaggi israeliani in cambio della liberazione di detenuti palestinesi, che potranno così lasciare le carceri ebraiche. Dopo gli scambi di prigionieri, però, Israele tornerà a parlare il linguaggio delle bombe. I giorni di pena, per i familiari degli ostaggi, sono destinati a continuare, come le manifestazioni per la loro liberazione, che durano già da più di un mese.

 

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