Ciao papà. E lascia le ceneri nel cassonetto

Le ceneri del padre lasciate nell’immondizia, accanto a cose di nessun conto. La figlia è stata identificata e ha provato a giustificarsi.

Una storia che si racconta con poche parole e se ne rimane senza. Sembra inventata e risulta desolatamente vera. Un’urna con delle ceneri, quello che resta di una persona cara, forse, a qualcuno finisce in strada. Si è pensato che sarebbe stata raccolta, distrattamente, e gettata insieme alle cose che gettano i vivi.

cassonetto addio papà
Ciao papà, le ceneri nel cassonetto-Rationalinternational.it

 

Ecco, il tratto saliente potrebbe essere questo, ma è solo la parte più visibile e sconsolatamente clamorosa, della storia. Tutto il resto rimane dietro, lontano e sfocato. La cronaca racconta che l’urna è stata notata, e non è finita dove era sembrata destinata, come un residuo qualsiasi. C’era un nome ed una data.

Cosa ha detto la figlia, dopo

Le ricerche sono state brevi. Era stara lasciata dalla figlia del defunto che si è detta inconsapevole. Era in una scatola, custodita dalla mamma. Un rapido riassetto della casa, la voglia di disfarsi degli ingombri dormienti dentro gli armadi ed ecco che il cartone con l’urna dentro finisce nelle cose da gettare.

obitorio morte padre
La tragica notizia-Rationalinternational.it

 

Questi i fatti e le scuse. Il resto è più incerto e sfumato. E  fa intuire un incendio freddo che ha prodotto altre ceneri, prima, oltre a quelle lasciate accanto ai cassonetti. Perché la distrazione è la prima e l’ultima delle scuse. La più facile e la più misera. Se delle ceneri non passano inosservate nel cumulo vario e spesso indecifrabile di oggetti che vengono lasciati velocemente in prossimità dei cassonetti, qualche buona chance di essere notate dovranno avere avute, quelle povere ceneri,  custodite in un contenitore che ne ricordava la provenienza ed il nome a cui erano appartenute. E l’urna pesa, se proprio sei distratta, e ti chiedi perché.

Non è l’unica cenere di questa piccola storia desolata. Qualcosa di simile alla cenere deve esserci nella coscienza della persona che ha deciso di fare pulizia, o modo suo, e liberarsi di qualcosa d’ingombrante. Un ricordo, la traccia di una presenza. Un impulso, forse, l’ha portata a prendere coraggio. E a perdere la faccia. Il tempo come un fuoco freddo che indebolisce i ricordi e lascia scatoloni di cui disfarsi. Niente sembra essere più sacro e intoccabile. Nulla sembra frenarci. Tutto passa e quello che passa pesa, specialmente se occupa spazio, un piccolo luogo dove stare. Nelle parole di scuse della donna è apparsa la figura della madre, anche  scomparsa da poco. Era lei a custodire le ceneri, ha detto. Prima che anche quella donna se ne andasse sarebbe stato impossibile fare pulizia, certo. Via lei, via lui. Restano parole di circostanza. E le ceneri.

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