Sono bastati un contrattempo nella routine quotidiana e pochi istanti ad un uomo di 77 anni, apparente mite, per perdere la testa.
Osservi quest’uomo e ti sembra il vicino di casa, quello che incontri in ciabatte sul pianerottolo. Preso dalla routine, e dalle proprie manie. Conflittuale sulle piccole cose, polemico o di poche parole a momenti. Ma te ne fai una ragione, come per un cane che abbaia. Il problema di Kenneth Darlington, questo il nome dell’uomo, 77 anni portati da schifo, è che non abbaia. Parla poco e spara. E certo sa quello che fa, o almeno un tempo lo sapeva.
Perché è un avvocato statunitense in pensione quello che ha ucciso a sangue freddo due manifestanti a Panama, dopo un breve diverbio nato dalla protesta che ha avuto come primo sciagurato atto l’intralcio della strada percorsa dall’uomo.
Tutto in pochi istanti
Una scena abituale, con un epilogo drammaticamente sorprendente. Perché le poche parole dette dall’uomo, quasi bisbigliate, si sono trasformate in proiettili, l’epilogo sbrigativo di un giorno iniziato male per lui e mai finito, non su questa Terra, per i due uomini che aveva a portata di tiro. E dire che non sembrava potesse davvero accadere qualcosa degno di nota, nonostante l’arma, di piccole dimensioni, afferrata dalla tasca come si prende una cosa qualsiasi, le chiavi di casa, gli occhiali. E’ invece una pistola di piccolo calibro, una scacciacani, pensi, in mano a quel cane che abbia ma non morde. Non sembrano prenderlo sul serio, le poche persone che le sono davanti, a pochi passi. Neanche pensano ad allontanarsi.
Le parole di lui, ma anche la trasandatezza da tricheco domestico caduto dal letto, ancora poco presente a sé stesso. Forse perché il pomeriggio precedente distratto, nell’ozioso girovagare nel supermercato vicino casa, ha dimenticato di acquistare il caffè. E la mattina paga dazio. Quindi si muove lento, mentre allontana alcuni copertoni disposti sulla carreggiata. Va meno bene con un masso, spostato appena. Non insiste e dopo pochi istanti rinuncia.
L’epilogo, senza una ragione
Non rinuncia a passare, tuttavia, e quando la sua pazienza implode opponendo agli eventi la tenuta di una barriera in carta di riso ecco che qualcosa di fulmineo esplode dentro di sé. E allora la piccola arma fa il suo sporco lavoro, che è un gioco da ragazzi anche per lui. Perché colpire due persone inermi come un gatto nel giardino di casa è un nulla, un passatempo strappato alla noia. Ma non è a casa, quest’uomo, è su una strada, e sta sparando, come se per premio ne ricavasse un peluche.
E lui dopo continua nella sua missione mattutina, proprio come non avesse fatto nulla, tentando di spostare un tronco mentre una delle due vittime era proprio lì, davanti a lui, e l’altra si allontanava. Avrà avuto il tempo di pensare mentre si voltava a guardarlo che forse sì, stava per morire per colpa di un’idiota qualsiasi. E lui, il vicino di casa con un’arma in tasca, poco dopo veniva portato via, senza opporre resistenza. La prossima volta che sarebbe andato al supermercato doveva ricordarsi di comprare il caffè, avrà pensato.