Muore qualcuno in carcere. Ma non lui

Una nuova tragedia nel carcere di Verona, dov’è detenuto anche Filippo Turetta. I suicidi in carcere salgono a nove quest’anno.

Un detenuto di 56 anni, di origini siciliane, si è tolto la vita nella sua cella nel carcere di Verona. Il fatto interessante è che l’uomo si trovava nella stessa sezione in cui è rinchiuso Filippo Turetta, accusato del femminicidio della giovane Giulia Cecchettin. Questo tragico episodio rappresenta il nono suicidio di un recluso nel corso dell’anno.

tragedia nel carcere dove c'è anche Turetta
Un detenuto si è ucciso nel carcere dove è detenuto anche Turetta – ph. Ansafoto – Rationalinternational.net

 

Il detenuto, la cui identità non è stata ancora resa pubblica, si trovava nella sezione riservata ai reclusi per reati a grande riprovazione sociale. Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria, ha dichiarato: “Un vero e proprio bollettino di sofferenza e morte in relazione al quale non si intravedono apprezzabili strategie in grado di invertire il funesto trend.”

Sempre più suicidi nei carceri

Questa tragica vicenda è il quarto suicidio nel carcere di Montorio negli ultimi due mesi, aggiungendosi a un preoccupante quadro nazionale di nove decessi di detenuti per suicidio dall’inizio dell’anno. De Fazio ha sottolineato l’urgenza di un intervento immediato da parte delle autorità. Ed ha sottolineato la mancanza di indicazioni chiare da parte del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nella sua relazione parlamentare sull’amministrazione della giustizia.

salgono a nove i suicidi in carcere
C’è bisogno di interventi nel sistema carcerario italiano – ph. Ansafoto – Rationalinternational.net

 

Le indagini sull’omicidio di Giulia Cecchettin, la giovane vittima di Filippo Turetta, continuano a raccogliere dettagli significativi. Le analisi condotte dai Ris di Parma sull’auto di Turetta, una Fiat Grande Punto, hanno rivelato “moltissime tracce di sangue sul sedile posteriore”. Questi risultati potrebbero essere cruciali per stabilire se la giovane sia stata accoltellata mortalmente all’interno dell’auto o se il corpo sia stato trasportato dopo l’aggressione. L’indagine mette a nudo la brutalità dell’omicidio e aggiunge un capitolo doloroso a questa tragica storia. Nel frattempo, il padre di Giulia Cecchettin, Gino, ha annunciato il suo ritorno al lavoro attraverso un post sul suo profilo LinkedIn ufficiale. Inoltre ha ringraziato coloro che lo hanno sostenuto durante questo periodo difficile. La famiglia Cecchettin continua a lottare per elaborare la perdita della loro amata figlia, mentre la giustizia cerca di fare luce su questo caso sconvolgente.

Gennarino De Fazio ha sollevato l’allarme sull’urgente necessità di interventi strutturali nel sistema carcerario italiano. Ha richiesto un aumento degli organici, soprattutto nella Polizia penitenziaria, sottolineando una carenza di ben 18.000 unità. Ha anche sottolineato la necessità di deflazionare la densità detentiva, che attualmente si avvicina al 130%, suggerendo soluzioni come una gestione sanitaria per i detenuti con problemi mentali e percorsi alternativi per coloro che soffrono di dipendenza da sostanze stupefacenti.

Il segretario generale ha lanciato un appello al Parlamento affinché approvi una legge delega per una riforma complessiva dell’apparato d’esecuzione penale, con una riorganizzazione dei dipartimenti della giustizia penitenziaria e minorile. “Ogni ora che passa vanamente non fa altro che alimentare la tragica conta dei morti,” ha concluso De Fazio, evidenziando l’urgenza di agire per prevenire ulteriori tragedie in un sistema già segnato da sofferenza e disperazione.

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