“Se vince Trump addio Ucraina”

La vittoria di Donald Trump potrebbe implicare il crollo definitivo delle illusioni sulle quali le potenze hanno costruito i propri equilibri geopolitici.

Le elezioni presidenziali americane influenzano inevitabilmente gli equilibri di cui le principali potenze mondiali fanno da garanti. Il coinvolgimento degli Stati Uniti negli attuali conflitti in corso è cosa nota all’opinione pubblica, così come ai diplomatici internazionali. Joe Biden finanzia Israele ed ha sostenuto per quasi due anni la causa ucraina contro Putin.

Trump pensa solo all'America
Donald Trump e l’America first – foto: ansa – rationalinternational.net

Cosa succederebbe dunque se una superpotenza così autorevole decidesse di abbandonare i propri interessi oltreconfine e concentrarsi esclusivamente sulle iniziative di politica interna? Marco Minniti, ex Ministro dell’Interno ed attuale presidente della fondazione Leonardo Med-Or, ha narrato di un futuro tutt’altro che positivo per i cittadini europei. La possibile – e molto probabile – vittoria di Donald Trump potrebbe implicare l’allontanamento repentino dell’amministrazione americana dalle attuali questioni che riguardano Medioriente ed Ucraina.

Donald Trump e il futuro dell’Europa

Marco Minniti ha prodotto un quadro molto chiaro riguardo quanto accadrà in Europa in seguito alle elezioni presidenziali americane. Laddove Donald Trump dovesse tornare a dominare la Casa Bianca, l’Europa potrebbe trovarsi ad un bivio: trasformarsi in una superpotenza, divenendo “Stati Uniti d’Europa”, oppure perdere la sfida e disciogliersi inesorabilmente. Gli equilibri di potere – purtroppo, oseremmo dire – si basano sulle continue tensioni che hanno caratterizzato la storia americana e russa. Ostilità che per il tycoon non hanno più motivo di esistere. “Cercherà di fare immediatamente un accordo con Putin – ha sentenziato l’ex Ministro dell’Interno.

Trump non si cura degli altri paesi
Trump non si cura delle questioni internazionali – foto: ansa – rationalinternational.net

Il noto imprenditore sta cavalcando brillantemente l’onda di insoddisfazione dei connazionali che, da anni ormai, percepiscono un maggiore interesse dei loro leader per le questioni internazionali, piuttosto che per il reale benessere del paese. Trump ha giocato pubblicamente questa carta, esponendo sul tavolo il fatto che Joe Biden si stia sbracciando per inviare pacchetti di aiuti all’Ucraina, mentre i confini messicani vengono periodicamente attraversati da vere e proprie carovane di migranti. “La sua vittoria significa il ritorno dell’America first” – riflette Minniti – “Negli Usa c’è un sentimento profondo: quello di una stanchezza per l’impegno internazionale”.

In questo quadro, dove America e Russia potrebbero abbandonare definitivamente le storiche ostilità, l’Europa apparirà come un pesce fuor d’acqua. “Non è pronta: non è pronta ad occuparsi del Mediterraneo, non è pronta ad occuparsi dell’Africa, non ha un sistema di difesa comune” – continua l’attuale presidente della fondazione Leonardo Med-Or. Laddove Donald Trump applichi quanto esposto in campagna elettorale – concentrando le finanze dei fondi di Stato ad esclusivo beneficio della sua Nazione – il nostro Continente dovrà sopperire a tale mancanza, contando sulle sue sole forze. Un fallimento in questi termini, come sottolinea Minniti, potrebbe implicare il ritorno degli “Stati nazione” e la sconfitta definitiva di Volodymyr Zelensky.

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