La situazione nella regione è tutt’altro che placata e ora i volontari per combattere contro Israele sono sempre di più
Quelle che si sta diffondendo in Medio Oriente e una situazione sempre più tesa. Nonostante siano passati ormai quasi tre mesi dall’inizio della guerra, le tensioni non si placano.
![Medio Oriente, di male in peggio](https://www.rationalinternational.net/wp-content/uploads/2024/01/artiglieria_rationalinternational.net_04012924-1.jpg)
Gli attacchi di Hamas in Israele hanno portato all’invasione dell’esercito di Tel Aviv all’interno della Striscia di Gaza. Ma ora la tensione aumenta di giorno in giorno e dopo l’uccisione del numero 2 di Hamas sono moltissime le formazioni militari che sono disposte ad attaccare Israele. Ecco che cosa sta succedendo.
Una guerra senza fine
Quello che sta avvenendo in Medio Oriente è un accrescersi di tensione che va avanti ormai da tre mesi. Dopo l’uccisione di Saleh al-Arouri, il numero 2 di Hamas, in molti temono il rischio di un’escalation che produrrebbe ancora scontri e morti. La zona che risulta essere più calda di tutte è quella del Libano, dove Hezbollah continua con le scaramucce con l’esercito israeliano. Tuttavia ,le milizie filo-iraniane e alleate di Hamas non sembrano essere molto convinte della convenienza di un eventuale conflitto esteso con Israele. Ma l’uccisione di al-Arouri, avvenuta proprio a Beirut, potrebbe aver cambiato lo scenario. Gli Hezbollah hanno dichiarato di essere “pronti ad affrontare il nemico“.
![Medio Oriente, di male in peggio](https://www.rationalinternational.net/wp-content/uploads/2024/01/Hasan-Nasrallah_rationalinternational.net_04012924.jpg)
Ma tutto sembra dipendere dalle decisioni dell’Iran, che in questi mesi sembra aver assunto le redini di una situazione tutt’altro che facile da gestire. A Ramallah e a Jenin, intanto, è stata proclamata una giornata di sciopero generale e tutti gli ufficii pubblici e i negozi sono stati chiusi in segno di lutto. Una situazione che segna il contesto di crescente tensione nel territorio. Questo è spesso soggetto di pesanti raid aerei da parte dell’esercito israeliano, che prende di mira i “sostenitori di Hamas”. A testimonianza di ciò l’arresto avvenuto da poche ore di quattro giovani che si trovavano nel campo di Nur al-Shams di Tul Karem. Sono stati circa 2.570 i palestinesi fermati dalle autorità israeliane in sole dodici settimane.
A rendere ancora più infiammata la situazione vi è il blocco della Cisgiordania causato dalla sospensione dei permessi di lavoro per quasi 200mila residenti che lavoravano in Israele. Ora sono tutti disoccupati. I colloqui sono fermi dopo l’uccisione del numero 2 di Hamas e le richieste di un cessate il fuoco da parte dell’Egitto e del Qatar non produrranno alcun risultato almeno nel breve periodo. Intanto continuano le proteste in Israele da parte dei parenti dei civili israeliani rapiti da Hamas durante gli attacchi del 7 ottobre.