Gaza, cancellati anche i cristiani

Gli ultimi cristiani stabiliti nella Striscia di Gaza festeggiano il Natale. Niente luci, risate, festoni o alberi tra le vie diroccate.

Un grande albero di Natale illuminato domina imponente la piazza del Milite Ignoto a Gaza. I cristiani raggiungono le parrocchie per assistere alla santa messa, per poi concedersi qualche foto in prossimità dell’abete decorato. Cittadini di diverse nazionalità e religioni si riuniscono sotto lo stesso cielo per godere dell’atmosfera. I festeggiamenti, organizzati presso il Centro culturale giovanile cristiano in via Jalaa, seguono il tradizionale pranzo in un noto ristorante nel cuore della cittadina. Le famiglie visitano la chiesa ortodossa di San Porfirio – simbolo della cristianità e gioiello della Striscia.

I cristiani a Gaza
La comunità cristiana a Gaza non esiste più – foto: YouTube Christian Media Center – rationalinternational.net

Non può mancare poi la consueta passeggiata post-abbuffata per le vie della Città Vecchia. Un quadro, questo, ricco di vita. La quotidianità raccontata dalla comunità cristiana negli anni 2000, prima che Hamas conquistasse l’amministrazione politica del territorio. All’epoca 15mila cristiani convivevano con i mussulmani, ora se ne contano solo 650. Niente luci, alberi o festoni nella notte tra il 24 e il 25 dicembre. A Gaza non vi è spazio per nessuno che possa potenzialmente contraddire la linea ideologica del partito.

I cristiani a Gaza non hanno futuro

Benjamin Netanyahu ha trasformato Hamas in una vittima. Tuttavia, per quanto il leader israeliano si sia dimostrato efferato quanto Sinwar, non possiamo dimenticare che egli è a capo di un’organizzazione terroristica. Tanto gli ebrei, quanto i cristiani dunque, non hanno futuro nel territorio presieduto dal partito estremista islamico. In seguito alla sua ascesa, il numero appartenente alla comunità cattolica si ridimensionò progressivamente, fino a raggiungere le poche centinaia.

La comunità cristiana a Gaza senza futuro
I cristiani a Gaza stanno sparendo – foto: YouTube Christian Media Center – rationalinternational.net

Tra le prime norme di oppressione, i vertici vietarono l’esposizione degli alberi di Natale che – da allora – vennero vincolati all’interno delle strutture cristiane. La guerra ha dato il colpo di grazia ad una comunità già in rovina. La famosa piazza del Milite Ignoto è divenuta fossa comune per le vittime, il centro commerciale dove i cristiani si riunivano per il pranzo tradizionale è sepolto dalle macerie, mentre la chiesa di San Porfirio ha subìto le conseguenze degli spietati raid israeliani. I 650 cristiani hanno festeggiato il Natale sì, ma avvolti dalla morte e dalla desolazione. Le luminarie hanno lasciato il posto al fuoco e i bambini, un tempo sorridenti ed entusiasti, vagano per le vie diroccate con il viso rigato dalle lacrime.

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