Scampati al rave, non vogliono vivere

I traumi dei sopravvissuti all’attacco terroristico, immagini e suoni che riecheggiano nella loro mente, giorno e notte.

Il conflitto israelopalestinese imperversa in Medioriente. La reazione del Primo Ministro Netanyahu ha gettato ombra su quanto accaduto presso i kibbutz e durante il Nova Festival. Si parla degli ostaggi, delle vittime della guerra e dei 1.400 israeliani massacrati dai miliziani di Hamas.

I sopravvissuti all'attentato
I sopravvissuti dimenticati – foto: ansa – rationalinternational.net

I sopravvissuti, nel frattempo, sono stati deliberatamente dimenticati. Il suono dei mitra, le grida di dolore e di odio che hanno travolto i giovani durante il rave appartengono al passato. Un ricordo che tuttavia invade tutt’oggi la quotidianità di coloro che sono scampati miracolosamente al buio eterno.

I sopravvissuti dimenticati

Si parla delle vittime, non si parla dei sopravvissuti. Esseri umani che, per scampare alla morte, rimangono immobili adagiati al suolo. Sepolti dai cadaveri di amici, cari e parenti con i quali avrebbero dovuto concedersi una serata all’insegna della spensieratezza. Hanno assistito in prima persona agli stupri e alle violenze terrificanti consumate sui corpi di coloro che amavano profondamente. Occhi semi aperti, respiro flebile e palpitazioni che riecheggiano dolorosamente nella testa. Quei rumori, quelle urla non abbandonano i sopravvissuti. Rivivono l’orrore con gli occhi aperti e ancor più la notte, quanto il corpo necessita di riposo, ma la mente non riesce ad acquietarsi.

Problemi psichiatrici per i sopravvissuti israeliani
I sopravvissuti non vogliono vivere – foto: ansa – rationalinternational.net

Ed è così che una benedizione si tramuta ben presto in una tortura infernale. Molti di loro sembrano costantemente in allerta, altri appaiono come malati e intossicati. Non sono le droghe a lacerare il loro animo, bensì la paura – un sentimento che, talvolta, può rivelarsi più insidioso di qualsiasi dipendenza di cui l’essere umano possa essere schiavo. La BBC ha dedicato un momento, un istante fugace ai sopravvissuti, ricordando che – ancor più delle vittime – sono loro ad aver bisogno di sostegno e considerazione. “Ho parlato con almeno tre ragazze che adesso sono ricoverate per una situazione psichica molto complicata – ha raccontato il Ministro May Golan.

Il capo della polizia israeliano, Yaacov Shabtai, ha spiegato che diciotto ragazzi sono sopravvissuti fingendosi morti e si trovano ricoverati all’interno di strutture psichiatriche. Per altri invece il peso della sopravvivenza si è rivelato ingestibile: si sono tolti la vita, sopraffatti da una realtà troppo difficile da metabolizzare. Il principale motore della loro sofferenza risiede nel senso di colpa: fratelli e sorelle separati dalla morte, uomini e donne che hanno assistito agli abusi sui cadaveri dei loro partner, amici che sono fuggiti nel ricordo del corpo senza vita dei compagni di viaggio. Per le vittime non c’è più nulla da fare, sono i sopravvissuti ad aver bisogno di aiuto.

 

 

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