La gente è stanca. E guarda a Zelensky

Un Paese devastato, tra macerie e lacrime per i caduti, si sente abbandonato dall’Occidente. E a Odessa è stato bombardato persino un museo.

A Kiev la paura si respira nell’aria e si riconosce nei segni che lascia sul comportamento degli abitanti. In piazza Majdan, il principale punto d’incontro della capitale ucraina, quasi ogni giorno si tengono presidi e commemorazioni dei soldati caduti in guerra, da parte soprattutto delle vedove, delle figlie e delle sorelle. I locali sono aperti, la folla frequenta bar e ristoranti ma non c’è proprio voglia di divertirsi. Sui volti si legge il malessere.

La gente è stanca. E guarda a Kandinsky
Una ragazza indossa abiti tradizionali ucraini in piazza Majdan, coperti dalla mimetica del fratello – rationalinternational.net Ansafoto

L’umore prevalente è la preoccupazione mista a sfiducia, malgrado le molte promesse e la massiccia campagna mediatica sviluppata in tutto l’Occidente a difesa dell’Ucraina. Sfiducia soprattutto nei confronti della classe dirigente e dello stesso presidente Volodymyr Zelensky, che molte volte ha annunciato una controffensiva efficace di cui però non si vedono gli effetti. Colui che voleva essere il leader che dà speranza, appare ora in una luce opaca, circondato dai dubbi e dalla sfiducia di una popolazione demoralizzata.

L’Ucraina in lacrime piange i caduti tra le macerie

Il Paese è in gran parte distrutto dalla guerra, in macerie. Le perdite umane sono pesanti su entrambi i fronti. Per l’intelligence statunitense, secondo i dati diffusi dalla Reuters, la Russia conta circa 40mila soldati morti in combattimento e un numero di feriti fra 154mila e 180mila. L’Ucraina invece piange circa 16mila militari morti e circa 110mila feriti. Il New York Times ha presentato dati più alti. In tutto, quindi, ci sarebbero 500mila soldati morti o feriti, di cui 300mila russi e 200mila ucraini.

La gente è stanca. E guarda a Kandinsky
Le bombe russe hanno danneggiato anche il Museo di Odessa – rationalinternational.net Ansafoto

L’economia ucraina è prostrata. Nemmeno è certo l’ingresso nell’Unione europea, tanto richiesto da Zelensky. L’Ungheria, da parte propria, ha reso note le proprie perplessità con una dichiarazione del ministro per gli affari europei János Boka, prima del consiglio Affari Generali di Bruxelles di mercoledì 15 novembre. Il ministro ha affermato che occorre una discussione strategica prima di prendere qualunque decisione a proposito dell’Ucraina, che riguardi l’allargamento dell’Ue e la revisione del quadro finanziario pluriennale.

Il fronte occidentale non è più compatto in difesa di Kiev

Ci sarebbero problemi di bilancio, dal momento che sono già previsti 50 miliardi di euro in aiuti all’Ucraina. Dagli Stati Uniti le notizie delle ultime settimane sono tutt’altro che rassicuranti, visto il diniego del Congresso a decretare un pacchetto di ulteriori aiuti sia militari che umanitari per Kiev. Il conflitto in Medio Oriente infine ha messo in ombra la situazione dell’Ucraina, che rimane comunque d’emergenza. La soluzione militare è mancata. Dopo l’invasione russa, l’ultimo evento bellico palesemente favorevole all’Ucraina è stata la liberazione di Kherson, un anno fa. Da allora, gli avanzamenti sul fronte di terra sono mancati.

La gente è stanca. E guarda a Kandinsky
Il presidente Volodymyr Zelensky gesticola durante una conferenza stampa – rationalinternational.net Ansafoto

Le cause vanno cercate nei limiti strutturali delle forze armate ucraine, al confronto con quelle russe. Le forze aree sono palesemente sproporzionate a favore di Mosca, che conta su molti più missili. Kiev, d’altro canto, non riesce a coprire con l’aviazione la fanteria. Gli F-16, malgrado tante promesse, mancano. I piloti vanno formati: occorre un tempo adeguato, ovvero sei mesi, dunque nel 2024 quando, secondo gli auspici degli americani, la guerra dovrebbe essere già finita.

La Russia, vincente, bombarda anche il Museo di Odessa

L’esercito ucraino, poi, seppure valoroso e disposto al sacrificio, deve competere con militari più esperti e più preparati. La Russia, infatti, è in guerra da vent’anni su diversi fronti e con successo. E si consideri anche il ritardo di Bruxelles nella fornitura di munizioni. Oltretutto, i vertici politici di Kiev si trovano in rapporti complicati con lo stato maggiore della difesa. Certo gli annunci incoraggianti continuano: l’ultimo riguarda un avanzamento sul fronte orientale del Dnipro verso Mariupol e Melitopol. L’entusiasmo e la fiducia, tuttavia, vengono meno: gli ucraini temono di essere dimenticati, dopo tante promesse di un aiuto militare che non è mai stato decisivo.

La guerra, quel che è peggio, ha danneggiato lo stesso patrimonio culturale ucraino. A Odessa, il Museo delle Belle Arti è stato danneggiato da un attacco russo con missili e droni il 5 novembre. Per il giorno dopo, era prevista una giornata di visite a ingresso libero, il 6 novembre, per festeggiare il 124° anniversario del Museo. Invece la festa è stata rinviata dalle bombe. Una granata è esplosa davanti allo storico edificio, palazzo Potocki, tra i più antichi della città. E ha aperto un ampio cratere. Ci sono stati danni anche alle pareti. Le opere d’arte più importanti erano già state messe al sicuro: sette opere però non potranno più essere esposte. L’istituto accoglie capolavori ucraini tra il Cinquecento e il Novecento: fra gli altri artisti c’è Kandinsky, una gloria europea e mondiale. E i cittadini sarebbero stati felici di far la fila per ammirare il geniale creatore d’arte astratta, per ritrovare se stessi e le proprie vere radici.

 

 

 

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