Prelievo sui conti correnti, perché Meloni l’ha bocciato?

Le novità contenute nell’ultima bozza della manovra sul prelievo sui conti correnti da parte dell’Agenzia delle Entrate

C’è ancora dell’incertezza sulla discussa norma che concede all’agente della riscossione l’accesso diretto ai conti prima di procedere direttamente con il pignoramento.

Nelle ultime bozze della Legge di Bilancio compariva l’ipotesi di pignoramento telematico oltre i 1000 Euro di debito con il fisco. “Non c’è nessun pignoramento, questa cosa non c’è in manovra” assicura il viceministro all’Economia Maurizio Leo.

Prelievo sui conti correnti bocciato da Giorgia Meloni

Parole che arrivano dopo la smentita di giovedì 26 ottobre di Palazzo Chigi. Prima fonti del Governo sottolineavano che la manovra si limita a prevedere la possibilità di utilizzo di strumenti informatici per efficientare strumenti già esistenti, usati per il recupero d’importi di cartelle esattoriali per le quali il contribuente non ha presentato ricorso e non ha ottenuto una sospensione giudiziale.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni
Giorgia Meloni | Foto Alanews – Rationalinternational.it

 

Perciò una misura che consentirebbe all’Agenzia delle Entrate di accedere direttamente ai conti correnti degli italiani per recuperare le imposte non pagate è prima di fondamento.

Subito dopo arriva la bocciatura esplicita di Giorgia Meloni: “Non se ne parla, questa norma no passa” ha dichiarato – a quanto si apprende – la presidente del Consiglio dopo aver visto la bozza della manovra che, sottolinea, è superata.

Infine, in un post Giorgia Meloni chiarisce ulteriormente: “Avviso ai naviganti: nella legge di bilancio non c’è la misura che consentirebbe all’Agenzia delle Entrate di accedere direttamente ai conti correnti degli italiani per recuperare le imposte non pagate. Consiglio di non inseguire i sentito dire o documenti non ufficiali”.

Contro la misura era intervenuto direttamente anche Matteo Salvini: il leader della Lega e ministro delle Infrastrutture ha assicurato “che non ci saranno incursioni sui conti corrente, diversamente da quello che si legge”:

Nell’ultima versione del testo salta la possibilità per il fisco di accesso diretto ai conti correnti. Nel testo la norma è denominata “Cooperazione applicativa e informatica per l’accesso alle informazioni necessarie per il potenziamento dell’azione di recupero coattivo”, mentre in precedenza “Accesso alle informazioni e pignoramento telematico dei conti correnti”.

Secondo l’ultima bozza l’agente della riscossione può avvalersi, prima di avviare il recupero coattivo, “di modalità telematiche di cooperazione applicativa e degli strumenti informatici” per acquisire “tutte le informazioni necessarie”, da “chiunque detenute”.

Il Ministero dell’Economia ha fatto sapere che le indiscrezioni giornalistiche sulla legge di stabilità pubblicate in questi giorni su diversi temi di grande interesse come le pensioni, le tasse, presunti prelievi da conti correnti ecc sono frutto di bozze non definitive, non diffuse da MEF e dunque da ritenersi non attendibili.

Ad ogni modo, il cammino della legge di bilancio non si annuncia tranquillo: da Forza Italia arriva l’avvertimento da Giorgio Mulè, deputato azzurro e presidente della Camera: “Meloni ha detto che non ci saranno emendamenti alla manovra? Alcuni saranno indifferibili, se non necessari, se alla lettura definitiva della manovra che è in arrivo ci dovessero essere dei punti da correggere. Quindi gli emendamenti saranno presentati: non c’è nulla di male, non si tratta di sabotare la manovra”.

Cambia, inoltre, la norma sui Btp people: previsto un tetto di 50mila euro per i titoli di Stato che si potranno escludere dal calcolo dell’Isee.

Nella determinazione dell’indicatore della situazione economico equivalente (Isee), si legge, “sono esclusi, fino al valore complessivo di 50.000 euro, i titoli di Stato”, nonché i prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato.

Anticipo pensione diversificato, facilitazioni per le madri e nuova stretta tax credit

Novità anche sul fronte del trattamento di pensione anticipata: per chi è interamente nel sistema contributivo e quindi non ha contributi previdenziali versati prima del 1996 l’anticipo della pensione di tre anni rispetto all’età di vecchiaia (a 64 invece che a 67) sarà possibile solo se si è maturato un importo di pensione di almeno 3 volte l’assegno sociale (503 euro) se si è uomini, 2,8 se si è madri di un figlio e 2,6 se si è madri di due o più figli.

Pensione
Foto | Pexels @Kaboompics .com – Rationalinternational.net

 

Si va verso un’ ulteriore stretta sul tax credit per il cinema: l’agevolazione è al 40% ma viene prevista la possibilità di prevedere aliquote diverse o “escludere l’accesso al credito d’imposta” nei confronti delle imprese non indipendenti o imprese non europee.

Spunta anche un taglio di 50 milioni al Fondo per il cinema e l’audiovisivo il cui stanziamento massimo passa da 750 a 700 milioni di euro annui.

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