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Politica

Cannabis, la rimozione dell’attenuante della “lieve entità” fa discutere

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Giulia De Sanctis

Il governo, nel silenzio generale, ha emesso un decreto legge che inasprisce le pene di cannabis e droghe leggere

Con la scusa dell’intervento nella complessa situazione di Caivano, il governo ha varato un decreto legge che inasprisce le pene per la cannabis e le droghe leggere, impedendo l’applicazione della messa alla prova, una misura prevista per evitare il carcere per le pene fino ai 4 anni per reati di minore allarme sociale.

Tra le pieghe del decreto approvato si trova il comma 3 dell’articolo 4 che ha modificato il limite massimo edittale di pena per il reato previsto al comma 5 del testo unico sugli stupefacenti, quello dedicato alle condotte di lieve entità, con la pena massima per le droghe leggere portata da 4 a 5 anni.

Inasprite le pene per l’uso delle droghe leggere

Un anno di pena in più che però nella pratica cambia molte cose: se n’è accorto l’avvocato Carlo Alberto Zaina durante il processo di un suo assistito, portandolo a denunciare la situazione paradossale.

Foto | Wikimedia Commons @Bogdan – Rationalinternational.net

 

“Da sei mesi a 5 anni, significa che abbiamo un reato minore che presenta un’estensione di pena edittale che copre quasi tutta la pena del reato ordinario (Il quarto comma prevede da due a sei anni, il quinto da sei mesi a cinque anni). E’ evidente che sia un provvedimento irragionevole, visto che il limite massimo è quasi lo stesso”.

Il paradosso è che un imputato rischierà di prendere una pena maggiore con il quinto comma rispetto a quella che potrebbe prendere con il quarto. E quindi secondo l’avvocato “emerge una palese irragionevolezza della modifica che induce a sospettare di incostituzionalità la stessa”.

Dunque si tratta di una stretta che non piace alle opposizioni, le quali parlano di legge punitiva per i più giovani e lanciano l’allarme carcere per i consumatori di cannabis.

“Il parere favorevole del governo all’emendamento di Fdi al dl Caivano che impedirebbe l’applicazione della fattispecie di lieve entità ogni volta che avviene passaggio di denaro è una follia giuridica“, attacca Riccardo Magi, segretario di Più Europa.

“Già oggi in sette casi su dieci pur con l’applicazione della lieve entità – sottolinea – si finisce in carcere e servirebbe quindi un intervento di depenalizzazione che distingua tra le diverse sostanze, come chiede la nostra proposta di legge N. 71 depositata alla Camera”. Lo afferma Riccardo Magi, segretario di Più Europa.

“Già il decreto Caivano nella sua formulazione iniziale elimina di fatto la lieve entità per la cannabis innalzando esageratamente le pene. Ora il governo, invece, vuole andare ciecamente oltre adottando una misura che favorirà ancora di più l’ingresso in carcere di moltissimi consumatori che magari hanno acquistato insieme ad altri la sostanza togliendo al giudice la valutazione delle circostanze specifiche. In questa follia c’è tutta l’ideologia di questa destra che non limiterà il consumo di sostanze e non diminuirà la loro circolazione, né intaccherà gli interessi delle grandi organizzazioni che ne controllano il traffico”, conclude Magi.

Sulla stessa linea il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli che parla di “un grave errore perché già il decreto esclude praticamente la clausola di lieve entità per la cannabis, rendendo le sanzioni enormemente sproporzionate”.

“Con questa mossa – afferma Bonelli – molte più persone, soprattutto giovani, finirebbero dietro le sbarre, anche se hanno fatto acquisti insieme ad altri, negando al giudice la possibilità di valutare ogni caso singolarmente. Questa decisione rispecchia chiaramente l’ideologia della destra impegnata ad essere forte sempre e solo con i più deboli, lasciando in pace i poteri criminali che dominano il mercato. La scelta più giusta – sostiene il leader dei Verdi – sarebbe piuttosto quella della depenalizzazione delle sostanze leggere, come la cannabis, intervenendo duramente su quelle pesanti”.

Cosa cambia per la cannabis

“Lo stile è quello di nascondere questi cambi normativi in altre leggi, come fecero nel 2006 con il decreto di finanziamento delle Olimpiadi, ed è una cosa vergognosa. Il problema sarà anche per chi detiene piccoli quantitativi, rischiando di mettere nei guai e fare finire in carcere anche i consumatori“.

Foto | Sicam – Società Italiana Canapa Medica https://sicamweb.it/ – Rationalinternational.net

 

Secondo l’avvocato Carlo Alberto Zaina: “Si tratta dell’ennesimo inaccettabile provvedimento che i nostri governanti ed i politici in genere adottano surrettiziamente, sfruttando l’emozione collettiva che vicende penali di ben altro tipo suscitano”.

Insomma, è come se la famigerata “lieve entità” in questo tipo di reato, che appunto ha salvato negli anni tanti semplici consumatori dal carcere, fossa stata quasi del tutto depotenziata.

La politica dice spesso che l’obiettivo, a livello giudiziario, sia quello di decongestionare le carceri italiane che sono sempre più sovraffollate.

Ma con un provvedimento del genere si va verso la parte opposta. “La MAP era un’ottima cosa che permetteva di risparmiare tanti processi inutili”, conclude l’avvocato. E ora non sarà più così.

Giulia De Sanctis

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